Terzo appuntamento della nuova rubrica del CMD; oggi abbiamo la lettera di Padre Gabriele Perfetti, missionario comboniano in Colombia.
LA VITA NON È AMATA….non è più il fine ma un mezzo in mano a chi ambizionando potere e denaro opprime e distrugge.
Una violenza mai vista prima d’ora, si sono creati strumenti di tortura subdoli, nascosti, camuffati che fanno morire generazioni intere consumandole lentamente e questo… a livello mondiale utilizzando gli stessi mezzi e metodi.
E tu disperato vorresti aggrapparti ma quello che ti lasciano come appiglio è falso e così cadi sempre più nel vuoto…un baratro di morte.
Ci hanno ammazzato l’ amore, la capacità di amare: amare una donna per tutta la vita, amare i figli da consumarsi giorno dopo giorno per loro, amare l’acqua che ti disseta e si sporca per lasciarti pulito, l’aria che ogni tre secondi ti ossigena fondendosi con il tuo essere, amare una pianta che ti lascia stupito per il suo crescere senza che tu sappia come, amare una poesia capace di svelare e immortalare i sentimenti più profondi, una musica che ti trasporta fino ad assaporare l’eterno, amare Dio sorgente di ogni amore.
Ci hanno ammazzato la capacità di sentirci amati e di amare…
Prima ci hanno resi macchine che devono produrre e consumare…senza cuore e senza cervello…ridotti ad essere solo ventre…e poi adesso siamo macchine fuori uso… siamo scartati… chiamati “inutili” perché ci sono altre macchine umane che producono di più e a minor costo.
Sono al centro di Medellin, una città di due milioni di abitanti, a 200 metri dalla cattedrale…la 56 calle…fin dalle dieci del mattino c’è gente che si mette in fila per il pasto quotidiano.
Alle 12.00 prendono posto 150 persone primo turno..poi alle 13.00 segue il secondo… altri 150. Sono uomini e donne che vivono sulla strada…si accomodano cercando quel posto a tavola che li sfama ancora per un giorno. Camerieri improvvisati, tra cui anche Paolo un giovane volontario italiano, servono con agilità e gioia…Conoscendo alcuni di questi fratelli ti accorgi che il mondo della strada è popolato da persone comuni che avevano una famiglia, un lavoro, ambizioni e sogni…una vita detta “normale”…poi il dramma…un giorno per distinte ragioni hanno incontrato la droga…trappola mortale…non riescono più a venirne fuori.
José, pilota dell’Army Americana…una carriera brillante, una famiglia che promette gioia e pace…poi un viaggio…un solo viaggio trasportando droga per avere più soldi…un “colpaccio”…sarebbe stato bene per sempre… E’ preso, condannato a 5 anni di prigione,…quando esce non è più lui, si accorge che ha perso tutto… non vuole sentirsi solo…e l’unico posto dove trova alloggio é con i derelitti…diventa uno di loro.
Arnoldo, psichiatra aveva uno studio eccellente…poteva attendere i casi più disperati…ricchissimo perché ammirato e stimato…però un giorno ha iniziato a provare la droga per poter capire meglio i meccanismi che attanagliano i suoi pazienti…dove arrivava il limite del “non più ritorno”…ha oltrepassato la soglia e ha perso tutto…professione, famiglia, casa…distrutto… fisicamente invecchiato…rimpiange il suo passato senza avere la forza di tornare.
Poi c’è Ramon 12 anni di strada…di droga, di disprezzo, di degrado fisico e spirituale…Un giorno per Ramón è successo il miracolo…ha creduto che Dio gli ridonava la dignità di figlio suo…si è aggrappato all’Amore…
Ha vinto la vita…E’ una persona nuova, sta aiutando gli altri a credere che è possibile rinascere. (vi manderò le foto…)
Penso a voi tutti e vi esorto a credere che l’Amore è VIVO….
Che nessuno si arrenda e che insieme possiamo rialzarci…che possiamo riacquistare le nostre capacità della mente e del cuore…disintossicarci da tanto individualismo e andare incontro all’altro. Ogni giorno dobbiamo scegliere tra ciò che da vita o semina morte. Unirsi e dissociarsi, ribellarsi contro un sistema che attraverso la televisione impone stili di vita che favoriscono…(dillo tu..)
Un abbraccio che desidera vita per tutti..
Vi voglio bene Gabriele.