Il mio (s)passo con l’altro – Campo 2015

“Il mio (s)passo con l’altro”, questo è stato lo slogan che suggerisce il desiderio del giovane di condividere un pezzetto di strada con i compagni di viaggio che la vita ti pone accanto, di andare al passo di quel fratello segnato dalla difficoltà e dal dolore.
Abbiamo fatto nostra la riflessione che la Chiesa Italiana in vista del Convegno Ecclesiale di Firenze. Ne è nato un itinerario scandito dai momenti vissuti durante la giornata vissuta a Cafàrnao di Gesù (Mc 1, 21-39). Una giornata tipo del Maestro dove possiamo far nostre le sue “priorità”.
Il primo giorno, con la dinamica del bibliodramma abbiamo fatto nostra questa pagina dell’Evangelista Marco, vivendo da dentro il brano biblico, cogliendone tutti i suoi aspetti, compresi quelli emozionali.
Nei giorni seguenti siamo entrati nella Sinagoga: è stata un’occasione per domandarci qual è il nostro centro e sulla necessità di individuarlo in Gesù. Di riflettere su chi siano i nostri maestri e quali siano in noi gli aspetti che hanno bisogno di essere liberati dal Maestro.
Nella casa di Simone e Andrea, nel luogo dell’intimità degli affetti siamo chiesti: cos’è la casa per me? La pagina del buon samaritano, i suoi atteggiamenti ci hanno aiutato a comprendere come possiamo diventare casa per il più povero.
La porta della città, l’incontro con l’umanità. Abbiamo imparato l’importanza di “aprire la porta del cuore”, in particolare guardando al fenomeno dell’immigrazione. Ascoltare l’altro vuol dire fargli spazio, ospitarlo dentro di me.
L’ultimo giorno è stato caratterizzato dall’ascolto. Di alcuni giovani immigrati provenienti dalla Nigeria e da Malì che hanno condiviso con noi la giornata. Di Dio, regalandoci uno spazio di deserto e di preghiera.
Centrale per tutti i giorni del campo è stata la celebrazione dell’Eucaristia: è stato lo spazio, dove ogni giorno abbiamo ricevuto una parola, quelle il Convegno di Firenze chiama “vie”: uscire; annunciare; abitare; educare; trasfigurare.
Gesù davanti ai discepoli che lo cercavano per riportarlo a Cafàrnao aprì loro l’orizzonte della sua missione: dai villaggi vicini fino agli estremi confini della terra (Mc 16, 15). L’orizzonte della missione ad Gentes, paradigma di ogni uscita missionaria, è stato l’orizzonte in cui tutta l’organizzazione del campo ha trovato si è mosso. I giovani, come i discepoli si sono impegnati, ricevendo il mandato missionario, a predicare dappertutto (Mc 16, 20) certi che il campo incomincia proprio quando finisce.

di P. Marco, Claudia e Marisa

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Pubblicato in Campo Missionario 2015