In Burundi al ritmo della missione – BURUNDI 2024

FANO – Il tempo in missione prende un altro ritmo. Il ritmo dei balli e dei canti, il ritmo delle giornate lunghe che iniziano presto, il ritmo dei viaggi lenti su strade improbabili. E a un certo punto arriva anche il tempo di ripartire, e alcuni giovani del Centro Missionario della Diocesi di Fano Fossombrone Cagli Pergola sono sulla via del ritorno dalla loro esperienza in Burundi presso gli Apostoli del Buon Pastore e della Regina del Cenacolo, una Congregazione burundese legata alla Chiesa di Fano da tantissimi anni.


Sono state settimane intense, in cui i ragazzi hanno potuto toccare con mano la povertà dei villaggi pigmei, dove una capanna e un telo sono le uniche ricchezze e dove purtroppo l’emarginazione sociale rimane un problema per questa parte della popolazione di uno dei paesi più poveri del mondo. Accanto a tutto ciò c’è però anche tanta ricchezza: nelle relazioni, nella speranza per il futuro e nella fiducia in Dio. Ricchezza che traspare dai sorrisi dei bambini e dalle risate degli adulti, sempre pronti ad accoglierti con una stretta di mano e una battuta. Ricchezza nella preghiera vissuta sia in momenti più raccolti con i novizi della congregazione sia nelle festose messe domenicali, fino alla grande festa di Ferragosto, dove in presenza dei Vescovi burundesi e del Presidente della piccola nazione africana, centinaia di migliaia di burundesi raggiungono in pellegrinaggio la collina di Mughera e la riempiono per festeggiare l’assunzione e affidarsi a Maria. Il simbolo della giornata è una canna da zucchero, che tutti acquistano per riprendere le energie e affrontare il viaggio di ritorno a casa, che per molti sarà a piedi, non avendo a disposizione altro mezzo. Una festa che è testimonianza di una Chiesa viva, ricchissima di vocazioni: 160 seminaristi nel solo seminario di Gitega. In questo contesto l’impegno dei missionari locali è quello andare incontro ai più poveri, per dare loro una vita più dignitosa, l’opportunità di studiare e di curarsi. Nelle lunghe giornate i ragazzi ospiti della missione hanno quindi potuto vedere alcuni progetti realizzati nei villaggi pigmei grazie a tanti amici della Diocesi di Fano, come le case costruite con il progetto “mattone”, le caprette donate alle famiglie con il “progetto capretta” o le carte di identità distribuite per dare la possibilità di curarsi, di trovare un lavoro e di partecipare alle scelte politiche del paese. C’è stato anche il tempo di dedicare qualche ora per affacciarsi sul lago Tanganica, rinfrescarsi alla sorgente del Nilo e godere dei frutti della terra burundese: ananas, maracuja, avocado, banane… di tantissime varietà.

Il tempo in Africa scorre in maniera strana, lenta e veloce, vissuto attraverso momenti che si rincorrono: l’unica strada bloccata per ore, la notte che scende veloce, la benzina che non c’è… tutto viene accolto come arriva, ma non con rassegnazione, anzi con serenità e fiducia. “Voi avete l’orologio ma non siete padroni del tempo” ricordava spesso un sacerdote e amico burundese durante il viaggio, e il tempo è stato il dono più grande di questa esperienza: tempo per pregare, tempo per ridere, tempo per gli altri, tempo per vivere.

 Filippo Bargnesi
segretario CMD e responsabile esperienze in missione

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Nove giovani in Africa! – BURUNDI 2024

BURUNDI – Cinque giovani della diocesi di Fano Fossombrone Cagli Pergola sono appena atterrati in Burundi. A loro se ne uniranno nei prossimi giorni altri quattro per passare alcune settimane ospiti dei missionari del Buon Pastore e della Regina del Cenacolo, una giovane Congregazione religiosa con la quale il Centro Missionario di Fano collabora da tanti anni e che è presente con una piccola comunità a Fossombrone.

In questa esperienza conosceranno i progetti che la Congregazione svolge a favore dei pigmei, una parte della popolazione burundese particolarmente povera ed emarginata, in uno dei paesi piú poveri del mondo. Avranno inoltre occasione di conoscere l’animata e viva chiesa locale, partecipando alle liturgie domenicali e alle tante feste in programma.

Dopo il lungo viaggio i ragazzi si sono subito immersi nelle strade africane piene di gente, di biciclette stracolme di ogni genere alimentare e di commercio, di motociclette e pulmini stracarichi di gente.

La città di Gitega li ha accolti con il suo clima mite e soleggiato e nei primi giorni i ragazzi hanno avuto modo di conoscere già diversi missionari e missionarie delle tante congregazione che operano in tanti modi in città, con scuole, ospedali e piccole attività commerciali per dare lavoro alle persone del posto.

C’è già stata l’occasione di visitare un primo villaggio di pigmei dove gli apostoli del Buon Pastore, grazie anche al contributo di tanti amici dall’Italia, stanno costruendo alcune case che permetteranno condizioni di vita piú dignitose a nove famiglie.

La prima impressione è che la situazione economica e politica mondiale stia purtroppo colpendo in maniera significativa le realtà piú povere del mondo come questa: i prezzi dei beni alimentari di prima necessità sono piú che raddoppiati, il carburante per i veicoli arriva solo una volta alla settimana e si esaurisce presto e trovare un lavoro è molto difficile, soprattutto per i giovani.

Resta un segno di speranza l’impegno di tanti missionari e missionarie che cercano di accompagnare la popolazione locale nelle difficoltà quotidiane cercando di vivere con loro il Vangelo aldilà di ogni difficoltà.

 Filippo Bargnesi
segretario CMD e responsabile esperienze in missione

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Una delegazione della Diocesi in Burundi

Una delegazione della Diocesi in Burundi

Trascorreranno una breve esperienza missionaria

Una delegazione della nostra Diocesi è atterrata in questi giorni in Burundi presso la Congregazione degli Apostoli del Buon Pastore e della Regina del Cenacolo per trascorrere una breve esperienza missionaria.
Da anni, grazie all’opera dell’associazione Urukundo e alla presenza a Fossombrone di sacerdoti burundesi, il Centro Missionario ha intensi rapporti di cooperazione missionaria con questa realtà burundese al servizio del territorio di Gitega e delle popolazioni più povere come i pigmei. Cooperazione che è un vero scambio di doni tra Chiese sorelle, infatti i sacerdoti burundesi che lavorano a Fossombrone si sono presi cura degli ultimi e delle realtà più povere del nostro territorio diocesano, tra cui i carcerati.

A vivere queste settimane missionarie in Burundi sono: padre Desirè (sacerdote burundese in servizio a Fossombrone), don Giancarlo De Santi (già direttore del Centro Missionario) , suor Daniela Gasparini, don Gabriele Micci e il seminarista diocesano Marco Rulli (animatore del Centro Missionario).

Partire per un’esperienza di missione è sempre un grande dono che deve portare i suoi frutti, soprattutto al rientro, arricchendo la comunità diocesana e riaccendendo nel cuore di tutti il fuoco della missione che è apertura all’altro, scambio reciproco, incontro con il Signore.

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#CoronaVirus – AIUTIAMO I NOSTRI MISSIONARI!

Il CoronaVirus non ha confini! E’ arrivato anche nelle terre più povere del mondo!

Dopo aver sentito i missionari presenti nelle diverse terre di missione e appresa la loro difficoltà a combattere questa emergenza sanitaria che è giunta appunto anche in diversi Paesi dell’Africa, dell’America Latina e dell’Asia come Centro Missionario della Diocesi di Fano Fossombrone Cagli Pergola abbiamo deciso di aprire una RACCOLTA FONDI  per sostenere il lavoro emergenziale dei nostri missionari e missionarie nel mondo!

AIUTIAMO I NOSTRI MISSIONARI !

Dona a:
Diocesi di Fano Fossombrone Cagli Pergola – Centro Missionario Diocesano
IBAN IT20U0851968550000000000984
Causale: EMERGENZA COVID19

Al momento grazie contributo della nostra Diocesi, di Caritas Diocesana, del vescovo Armando e di diversi soggetti privati sono stati raccolti €4.550.
Abbiamo provveduto a destinare €500 al fondo di solidarietà istituito dal Papa.

Nel corso di questi mesi, inoltre abbiamo così sostenuto le diverse realtà missionarie amiche:
– 500€ a padre Renato Saudelli missionario in Etiopia originario di Orciano di Pesaro;
– 500€ a suor Daniela Alborghetti missionaria in Tanzania, conosciuta da molti per il suo servizio prestato alla casa di riposo di Mondavio per diversi anni;
– 500€ a padre Gabriel, missionario in Sud Africa;
– 500€ a suor Elisa Lazzari, missionaria Saveriana in Congo;
– 500€ a padre Diego Pelizzari, missionario Saveriano in Brasile;
– 500€ a padre Cassiano Kalima, missionario in Mozambico.

Proseguiremo il nostro lavoro di sostegno ai missionari cercando di aiutare ancora quanti si trovano in difficoltà in base alle richieste che perverranno.

Riportiamo di seguito le notizie che ci giungono:

Padre Renato Saudelli, missionario della Consolata, originario di Orciano di Pesaro, ci ha detto che molte persone si trovano in difficoltà in Etiopia, ugualmente padre Serge missionario Saveriano in Camerun ci ha raccontato come, limitare gli spostamenti delle persone che vivono alla giornata, vuol dire portarli alla fame e alla morte.

Anche in Burundi la situazione inizia ad essere abbastanza problematica. “I dati sui contagi e i morti forniti dal Governo e da altre fonti sono molto discordanti – ci raccontano i missionari della congregazione degli Apostoli del Buon Pastore e Regina del Cenacolo – perché ci nascondono le notizie relative a questa situazione emergenziale ? Questo lunedì, (27 aprile ndr.) – proseguono – parte la campagna elettorale per le nuove elezioni politiche. Dov’è sta la verità ?. Uniti nella preghiera“.
AGGIORNAMENTO NOVEMBRE 2020: “Buongiorno, i nostri due sacerdoti, apostoli del Buon Pastore, padre Berchmans e padre Prosper, missionaria in Ciad nella Diocesi di Pala, stanno soffrendo di Covid19. Preghiamo per loro. Nelle parrocchie le messe e le attività sono sospese”.

Suor Daniela Alborghetti, dalla Tanzania, ci ha comunicato la sua preoccupazione per l’evolversi della pandemia, la situazione più critica è a Dar Es Salamm. Inoltre ci ha reso noto del lavoro di informazione e di prevenzione sanitaria che come comunità di missionarie stanno mettendo in atto, nella loro missione nella regione di Mwanza, fin dall’inizio dell’emergenza.
Qui a Mwanza abbiamo solo tre casi confermati – ci aggiorna suor Daniela. Prosegue –  ovviamente un lockdown sarebbe davvero critico e la gente rischierebbe di morire di fame prima che per il coronavirus! Noi abbiamo dovuto sospendere tutte le attività di evangelizzazione, ma stiamo cercando di continuare ad aiutare la gente attraverso l’educazione sanitaria e la produzione di mascherine, che ovviamente per la gente comune sono attualmente introvabili.

Sempre dalla Tanzania ci giungono nuove brutte notizie: aumentano i morti e il governo nazionale sta cercando di non comunicare i dati ufficiali di questa emergenza anzi tranquillizza la popolazione dicendo che questa pandemia  è solo una punizione divina invitando quindi i fedeli a pregare.
In questa situazione precaria e confusa, inoltre sempre fonti governative parlano anche di un presunto medicinale prodotto da una casa farmaceutica di un altro Paese africano che cura e previene la diffusione del coronavirus. Queste due notizie stanno portando la gente del Paese a diminuire  il livello di prevenzione e attenzione con il conseguente aumento di contagi, malati e morti.
Ci raccontano inoltre – come possiamo leggere anche di seguito nell’articolo della rivista Nigrizia –  che le politiche negazioniste del Presidente tanzaniano impediscono al resto del mondo di conoscere la reale portata della diffusione del coronavirus nel Paese. Intanto, per promuovere il turismo, il Paese ha riaperto i voli internazionali perché afferma John Pombe Magufuli, il Presidente della Tanzania – “La nostra economia viene prima della lotta al Covid-19“.

Ulteriori informazioni, sulla critica situazione in Tanzania, sull’articolo di Nigrizia: clicca qui.

Suor Daniela ci ha inviato questo articolo dicendoci che questa è la loro situazione e che purtroppo non è possibile conoscere realmente lo sviluppo pandemico in Tanzania.

AGGIORNAMENTO OTTOBRE 2020: “Carissimi Marco e amici del CMD, qui in Tanzania sembra non ci siano problemi per quanto riguardo l’aspetto sanitario, mentre dal versante politico il clima è un po’ teso: ad ottobre ci saranno le elezioni presidenziali e la libertà di espressione è molto limitata…
Se si è in linea con l’uscente Presidente e, secondo le previsioni, anche prossimo tutto bene, altrimenti meglio non esprimersi.
Purtroppo soprattutto per quanto riguarda l’informazione c’è ormai una sola voce udibile per cui su tante realtà è difficile avere un quadro reale!
Però continuiamo a cercare di portare la Parola che libera nella speranza che anche la nostra gente possa alzare il capo ed esprimersi liberamente.
Un ricordo nella preghiera e un abbraccio forte!  S.Daniela”

AGGIORNATO NOVEMBRE 2020: “Buongiorno a tutti! Qui la situazione è abbastanza tranquilla per ora: stiamo cercando di capire come evolverà la situazione a livello politico, speriamo che non ci siano ulteriori riduzioni della libertà personale! Un abbraccio e una preghiera per i fratelli che stanno vivendo situazioni tese e difficili!”.

Padre Claudio Brualdi, missionario in Colombia a Bogotà ci ha detto che anche lì sono confinati in casa da una ventina di giorni. Al momento ci sono circa 4 mila contagiati e una ottantina di morti.

Padre Tommaso Robin dall’India ci ha raccontato che la situazione è  critica, ci sono diversi morti più al nord rispetto al sud del Paese. Da diverse settimane stiamo vivendo le restrizioni, l’isolamento e usciamo solo per urgenze.

Anche padre Cassiano Kalima, missionario della Consolata in Mozambico ci aggiorna sulla situazione pandemica.Qui nel centro di spiritualità e missione di Laulane a Maputo abbiamo sospeso tutte le attività di animazione e i ritiri spirituali, anche se i casi sono pochissimi ancora. Sappiamo, il Mozambico non è una eccezione. Il virus è qui. L’incapacità di fare il test è la sfida maggiore. Quindi la gente non ha neanche fiducia nelle cifre che vengono annunciate. In ogni modo, come vedi nella foto, mancano anche i dispositivi base per la salute come come le maschere e cosi dicendo. Stiamo lavorando, con i mezzi che abbiamo per divulgare le misure base di protezione e contenimento”.
In un successivo aggiornamento (17 giugno), padre Cassiano Kalima ci comunica che la situazione inizia a preoccupare di più, i numeri aumentano e si sta andando verso il picco dei contagi. “Inoltre siamo preoccupati  – ci racconta – perchè al nord del Mozambico, nella Diocesi di Pemba ci sono stati attacchi terroristici alle chiese…che ha portato a numerosi cristiani feriti e impauriti. Ci sono state  diverse chiese che sono state attaccate, vandalizzate e bruciate e ci sono molti cristiani rifugiati in altre zone della nazione. Non ci fermeremo nell’avere speranza!”.

AGGIORNAMENTO OTTOBRE 2020: “Buongiorno. Grazie mille. Sì siamo in ottobre missionario. In Mozambico siamo in una confusione. I casi aumentano. I test non ci sono e là dove si possono fare son carissimi. Meno male pian piano i luoghi di culto son riaperti seguendo dei protocolli rigidi sanitari…peró non ci fermiamo. Pian piano portiamo avanti il Vangelo della speranza, chi é quello che la stramaggioranza ha bisogno perche la gente é stanca e col futuro non tanto chiaro. Saluti a tutti! padre Cassiano”.

AGGIORNAMENTO NOVEMBRE 2020: “In Mozambico la situazione è come prima. I casi salgono, però noi come Chiesa pian pian ritorniamo alle messe e all’attività seguendo le misure sanitatarie”.

Anche padre Diego Pelizzari, missionario saveriano dal Brasile ci aggiorna “Il primo caso confermato è del 27 febbraio. Ieri (16 aprile ndr) i decessi (ufficiali) erano 2200, positivi mi pare 65 mila. Noi della pastorale indigenista della regione sud ci preoccupiamo soprattutto con i villaggi più a rischio, situati sul confine col Paraguay. Gli Awá Guarani sono i piú vulnerabili essendo costretti a dover uscire dai villaggi per provvedere ai generi alimentari. L’indicazione che diamo è che rimangano isolati in foresta e che lascino entrare solo il personale del Ministero della Sanità ed i volontari che consegnano donazioni di alimenti. Se i Guarani escono sono soggetti al coronavirus – che provocherebbe una strage nei villaggi – se rimangono in foresta muoiono di fame. Noi siamo parte di un coordinamento che mira distribuire un minimo necessario di aiuti alimentari nei villaggi, in modo che l’isolamento sociale sia possibile.”

In Brasile, la situazione è diventa molto preoccupante. I dati aggiornati a maggio sono allarmanti e il rischio è diventato alto per tutti.
Riportiamo la nota – che ci ha inviato padre  Pelizzari – della Conferenza Episcopale dei Vescovi dell’Amazzonia brasiliana del 4 maggio, sulla situazione delle persone e della foresta in questo contesto di emergenza.

Nota Comissão Amazônia – ITA – CLICCA QUI PER LEGGERLA!

I dati ufficiali dei morti in Brasile sono circa 18 mila al 19 maggio, rispetto ai 0 morti dichiarati dalle fonti governati il 13 marzo. La situazione – ci racconta padre Diego Pelizzari – è molto preoccupante ora.

Infine anche padre Gabriel, missionario della Consolata dal Sudafrica ci riferisce com’è la situazione nella sua realtà missionaria. “Il sabato Santo 2020, abbiamo avuto un incontro ecumenico (mantenendo la distanza di un metro tra di noi) convocato dal consigliere della nostra zona. Ci racconta padre Gabriel – il suo motivo era quello di mettere tutte le Chiese del nostro quartiere insieme con l’obbiettivo di raccogliere cibi di base per aiutare i poveri del nostro quartiere in questa situazione emergenziale. La risposta, sia dei pastori e dei fedeli è stata più che generosa. E quindi dal lunedì successivo ci siamo trovati come pastori e sacerdoti a fare i pacchi per famiglie. Nei giorni successivi abbiamo donato oltre 400 pacchi alle famiglie. È veramente bello poter far sorridere qualche bambino, ma ancora più bello è vedere l’unita tra le Chiese davanti a questa pandemia perchè a fare tutti questi pacchi eravamo solo noi pastori e sacerdoti delle Chiese cristiane della zona.”

 

a cura di Marco Gasparini e Michele Montanari

(ultimo aggiornamento: 21 novembre 2020)

 

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“In Burundi è così!”

Alessia di San Costanzo ed Eleonora hanno vissuto un’esperienza missionaria in Burundi nel mese di settembre scorso, grazie al Centro Missionario Diocesano, nelle realtà sostenute dall’associazione Urukundo onlus di Fossombrone.

LA TESTIMONIANZA DI ALESSIA

SAN COSTANZO – Se chiudo gli occhi è questo che riesco a vedere pensando, al Burundi, a Gitega: movimento, caos, colori.
Questo viaggio mi ha lasciato un insieme di sensazioni che mi frullano per la testa. Rivedo il disordine delle strade sconnesse: biciclette cariche di ogni oggetto possibile e immaginabile, donne che lavorano tenendo con sé il proprio bambino avvolto in quelle stoffe meravigliose, bambini sorridenti che si divertono con il nulla. Ogni volta che io ed Eleonora, la mia compagna di viaggio, salivamo in macchina con padre Zenon, il viaggio diventava una sorta di avventura, uno slalom tra biciclette, persone, animali… ma lui ci diceva: “In Burundi è così!”.

Resta una grande emozione nel ricordare i volti sorridenti di queste persone, ma resta però nel cuore anche una grande tristezza nel pensare a quanto tutta questa gente sia lasciata sola, completamente inascoltata e succube di uno Stato assente, costretta purtroppo a convivere con quella situazione, che sembra ormai essere diventata per loro la normalità. Riguardando le foto a distanza di qualche giorno dal mio ritorno penso a quanto io possa essere stata fortunata ad aver avuto la possibilità di vedere quella realtà con i miei occhi, dal momento che si parte con tutta la voglia e l’entusiasmo di potersi sentire utili di potersi mettere a servizio dell’altro.. Ma la realtà è che quello che questo tipo di esperienze possono lasciare va ben oltre tutto questo. Non dimenticherò quella terra sabbiosa, di un colore così rosso che facevo fatica a lavarla via dei vestiti, che ne rimanevano impregnati: ecco, anche questi 23 giorni in Burundi lasceranno un segno indelebile.

Alessia Cignotti

www.urukundo-onlus.net
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“Tra le tante contraddizioni ci siano anche spazi di speranza”

Il segretario Filippo Bargnesi, “di passaggio” in Sud Africa, ci racconta la realtà che ha visitato e l’incontro con il nostro amico padre Gabriel.

Gabriel Kwedho, keniota e amico da tanti anni del Centro Missionario della Diocesi, negli anni della sua formazione in Italia ha partecipato a diversi campi missionari, ed ora è padre missionario della Consolata a Woodlands (Pieterzmarisburg, SA).

Il Sud Africa è una realtà molto complessa, una strada può dividere un quartiere benestante da una baraccopoli con case di lamiera e fango sommerse dall’immondizia. Entrambe parte della stessa parrocchia. “A volte non sai neanche, quando vengono in parrocchia, se sono parte di una o dell’altra realtà” racconta Gabriel, e continua – “con i parrocchiani stiamo cercando di aiutare la parte più povera del nostro territorio, coloro che vivono nello ‘slum’, oltre la strada. Ogni mercoledì alcune donne preparano un pasto caldo che viene distribuito gratuitamente ai più poveri. Ci siamo anche chiesti come fare per coinvolgerli attivamente in questa giornata, facendo contribuire anche loro con qualcosa. Abbiamo deciso così di donare alcune piantine da orto, che possono coltivare nei loro piccoli spazi tra le baracche, di modo che una volta cresciute possano portare e condividere un po’ della loro verdura”.

Gabriel ci racconta anche come tra le tante contraddizioni ci siano anche spazi di speranza: “è un Paese che ha da raccontare molto anche sull’immigrazione: in Sud Africa arrivano un sacco di immigrati dai Paesi africani limitrofi e anche da India e Asia. L’integrazione non è facile, ma spesso si realizza”.

Infine l’annuncio missionario “la realtà di Chiesa locale è molto complessa: da un lato molte persone sono distanti dalla fede e appartengono ormai a un mondo con uno stile occidentale secolarizzato, dall’altro nel territorio della parrocchia esistono una gran quantità di chiese protestanti, evangeliche, riformate, anglicane… Su questo aspetto l’esperienza che sto’ vivendo è molto interessante e positiva, all’insegna del dialogo ecumenico: per esempio il venerdì santo tutti gli anni facciamo una via Crucis unica per tutte le confessioni cristiane e durante l’anno organizziamo giornate comuni per le famiglie e incontri di preghiera”.

La speranza e l’augurio è di poter continuare questo rapporto di amicizia e sostegno reciproco nella preghiera e in una strada di progettualità missionaria.

Filippo Bargnesi
Segretario CMD Fano

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