Collegi e scuole chiuse, i ragazzi sono in vacanza – Nicola Canestrari

Abbiamo un nuovo “corrispondente” che ci terrà aggiornati sulla situazione del Burundi: la prima “Lettera dalla missione” di Nicola Canestrari, volontario di Urukundo in terra africana.

Cari ragazzi del Centro Missionario Diocesano,
qua tutto bene…l’ebola non c’è perché è comparsa nel Nord Est Africa, Guinea e Sierra Leone.

Mi piacerebbe molto fare una sorta di diario di viaggio per voi e per me; le foto però purtroppo non posso farle perché non ho la macchina fotografica con me. Ho sempre preferito scrivere che fotografare.Burundi-circled4

Qui naturalmente la linea fissa non c’è per Internet e non ho veramente più un soldo per comprare la pennetta mensile o qualsiasi altra cosa dal momento che il prolungamento permanente del visto mi ha preso tutti i soldi che avevo risparmiato. Comunque sono sicuro che troveremo un modo.

Per adesso il collegio e le varie scuole sono chiuse perché i ragazzi sono in vacanza. L’anno accademico inizia l’otto settembre e magari a una settimana da quella data posso iniziare il diario. Per il resto, il progetto delle case procede bene e presto coloro che ritorneranno la prossima settimana vi mostreranno tutte le foto!

Adesso vi saluto e vi abbraccio,
Nicola

Per rimanere in contatto con Nicola:
FB: Nicola Canestrari
EMAIL: leggebavaglio@hotmail.it
SKYPE: wonderfulnothing
…seguiranno anche aggiornamenti sul sito www.ildiso.it e sulla pagina facebook “Centro Missionario Diocesano – Fano

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Rendere grazie per tutto quello che ho ricevuto – suor Daniela Alborghetti

L’ultima settimana ad Ifunde di suor Daniela raccontata nella sua lettera, la diciottesima della nostra rubrica “Lettere dalla missione”.

Carissimi, il Signore vi dia Pace!

Come promesso vi mando l’ultimo allegato (per stavolta!!!!) sulla mia esperienza in Africa; il rientro è andato bene, anche se la nostalgia un po’ si sente… mi mancano un po’ i colori di Ifunde e soprattutto il “nero”!!!

Nella mia ultima settimana di permanenza, il Signore ha voluto regalarmi un ritmo un po’ più tranquillo (anche perché Lui sapeva bene che al mio rientro non mi aspettavano proprio le ferie!!!), in ambulatorio non abbiamo più avuto casi urgenti e anche i pazienti erano diminuiti: sono un giorno abbiamo esaurito tutti i numeri, comunque i pupetti non ci sono mancati, complice la tosse e un po’ d’influenza!

Mercoledì mattina sr Alessandra è partita per l’Italia, visto che poi doveva partecipare all’incontro delle responsabili della formazione e della pastorale giovanile ai Caraibi, e con lei sono partire anche Mary Happiness, la nostra aspirante, Concessa e Felicitas che dopo la settimana delle ragazze si erano fermate ancora qualche giorno con noi. La sera prima di partire ci hanno preparato un piccolo “spettacolo” con danze, canti e l’immancabile scenetta, quasi tutto preparato per l’occasione. Durante la cena sr Alessandra ha chiesto loro se erano contente di tornare a casa e Concessa ha dato una risposta che mi ha spiazzato: ha detto che sì, le faceva piacere tornare in famiglia, ma le dispiaceva soprattutto perché a casa lei non ha la possibilità di accedere ai sacramenti mentre da noi poteva andare a Messa e fare l’adorazione tutti i giorni! Lei abita in un villaggio distante da Bukoba e da loro la Messa domenicale c’è quando va bene ogni 15 gg altrimenti una volta al mese…

…Ho pensato a quante volte partecipo assonnata alla Messa in comunità o quanto spesso la domenica mi sembra che la Messa non finisca più: certo che troppe volte noi non ci rendiamo conto del Tesoro che abbiamo a disposizione! Abbiamo i sacerdoti nelle nostre parrocchie, la possibilità di partecipare alla Messa tutti i giorni, di confessarci quando ne sentiamo il bisogno, di confrontarci sulle nostre vite e sul nostro cammino e diamo tutto per scontato; in Africa, come in molte altre zone di “missione” i cristiani se sono fortunati hanno a disposizione un catechista che spezza la Parola per loro e li accompagna nella vita di fede e spesso per poter ricevere i sacramenti devono attendere tempi lunghi o spostarsi di molti km!!!

Sempre mercoledì ho fatto il mio ultimo in1contro nella jimunia che si trova in centro ad Ifunde, non eravamo moltissimi, anche perché la casa dove ci siamo ritrovati si trova di lato al campo da calcio dove si stava giocando la Ifunde Cups…Devo dire che mi ha fatto un po’ impressione vedere il campo di erba secca, con a mala pena le porte, ma i giocatori perfettamente equipaggiati per la partita!!!

Dopo l’incontro abbiamo fatto un giro un po’ più lungo per rientrare così ho potuto fare il pieno di fotografie di bambini: è impressionante come gli piaccia essere fotografati, anche se non capiscono che quando si fanno le fotografie si deve rimanere fermi e possibilmente sorridere… si mettono tutti serissimi e per farli ridere bisogna sempre chiederglielo! Ma il divertimento maggiore ce l’hanno quando fai loro rivedere nello schermo della macchina le fotografie: sembra che impazziscano dalle risate!

Sabato abbiamo avuto il giorno di ritiro: è stato un dono grande, perché davanti al Signore ho potuto un po’ rileggere la mia esperienza e rendere grazie per tutto quello che ho ricevuto; nel pomeriggio ho fatto la mia seconda e ultima passeggiata nella savana: ho dovuto trovare un metodo per ritrovare la strada, visto che i sentieri tra i campi e le palme si assomigliano tutti…Il vecchio metodo di seguire le impronte è sempre molto efficace, ho solo avuto un attimo di esitazione ad un bivio visto che dopo di me era passato un pastore con le sue mucche che avevano completamente distrutto le orme dei miei sandali!

Sempre sabato pomeriggio ho avuto la possibilità di confessarmi da padre Babu…peccato che le due lingue a disposizione erano il Kiswahili, scartato a priori, e l’inglese: praticamente le due sere precedenti le ho passate a fare l’esame di coscienza con il dizionario d’inglese in mano! Poi ho deciso che per evitare vuoti di memoria dell’ultimo momento era meglio scriversi tutto il testo della confessione e così sono arrivata all’appuntamento con il parroco con le mie brave due facciate (da “Bless me, Father, because I’ve sinned” all’atto di dolore!!!); penso di averlo fatto divertire per questa cosa, ma come è tipico degli africani, è stato molto “polite” dicendomi che è normale avere il foglio scritto… Comunque alla fine mi ha dato l’assoluzione e credo che questo valga anche se lui non ha capito qualcosa dei miei peccati o io delle sue indicazioni!!!

Domenica mattina, durante la Messa sono stata chiamata del parroco per i saluti ufficiali (durante la confessione mi aveva detto di non preoccuparmi per la lingua che in un altro mese sarei riuscita a capirla molto di più e così io gli ho dovuto dire che ormai ero in partenza!): praticamente avevo un groppo in gola e sono riuscita solo a dire due parole di ringraziamento che poi sr Cinzia ha tradotto per me…avevo le lacrime agli occhi per la commozione!!!

Nel pomeriggio, dopo l’adorazione in parrocchia, ho finito di preparare i miei bagagli e a cena abbiamo festeggiato insieme a sr Cinzia, sr Francisca e Edda, dopo cena lo spettacolo di saluto in cui Edda e sr Cinzia mi hanno dedicato un canto composto da Edda per l’occasione in cui ha riassunto in modo molto grazioso la mia esperienza in Ifunde…Ovviamente l’ho capito quando Cinzia me l’ha tradotto!2

Il lunedì mattina sr Cinzia ha accompagnato me e sr Francisca a Kahama dove abbiamo preso l’autobus per Mwanza: ho capito perché le suore si confessano prima dei viaggi sui mezzi pubblici!!! Nonostante il viaggio non sia stato troppo scomodo, anzi, decisamente più confortevole che viaggiare in macchina!, gli autisti vanno ad una velocità incredibile: pensate che abbiamo coperto in 4 ore, comprensive di pause, una distanza che solitamente si copre in 6 ore!!!

Arrivate a Mwanza in taxi, i miei bagagli non sarebbero mai entrati in un dala dala (i pulmini che scorrazzano per le città), siamo andate al centro pastorale St Dominic, dove siamo rimaste a dormire la sera; in pomeriggio abbiamo girato un po’ per la città: un po’ di commissioni e l’ultimo shopping, prima che si facesse buio siamo arrivate fino al lago a fare le ultime fotografie e poi nanna, visto che la mattina dopo alle 6.30 c’era la Messa.

Dopo la Messa abbiamo fatto colazione, pregato le lodi e raccolto i bagagli, dopo siamo partite alla volta dell’aeroporto, dove ci ha accompagnato l’autista di sr Beate, cugina di sr Francisca che vive a Mwanza. Lì ho salutato la mia consorella, che ripartiva per tornare ad Ifunde e mi sono messe ad aspettare il momento di fare il check in; dopo una mezz’ora era in partenza un volo per Dar el Salam, dove anch’io avrei dovuto recarmi, e il personale dell’aeroporto mi ha chiesto se volevo partire con il volo prima, visto che c’erano posti disponibili…a Mwanza è tutto molto più familiare e l’organizzazione molto elastica!!!

Cos’ con due ore di anticipo ho iniziato il mio viaggio di ritorno, ho fatto scalo a Dar el Salam, dove sono riuscita a spacciarmi per una conoscitrice della lingua: ho intrattenuto per una mezz’ora un pupotto bellissimo, Baraka, che aspettava insieme alla mamma, al papà e alla sorellina la coincidenza del volo, grazie alla frasi imparate in ambulatorio e una ragazza musulmana del posto mi ha addirittura chiesto dove avevo studiato il Kiswahili! Da Dar sono andata a Doha: 40 gradi a mezzanotte meno un quarto e un tasso di umidità, credo, del 90%; per fortuna che il tempo del cambio è stato breve e che nell’aeroporto c’era l’aria condizionata. Alle 7 del mattino dopo sono atterrata a Fiumicino, dove mi aspettava sr Letizia per portarmi alle Capannelle; una volta lì ho fatto il giro dei saluti alle suore, poi doccia e riposo… peccato che mi ero dimenticata di spostare l’ora sul cellulare e così dopo nemmeno un’ora è suonata la sveglia per il pranzo; dopo pranzo insieme a sr Tatiana e sr Candida sono partita alla volta di Mondavio dove siamo arrivate verso le 18 e dove ho trovato tutta la mia comunità e le mie vecchiette contentissime del mio rientro…

…Così sono passata dallo sbaciucchiarmi i pupi africani a ricevere tutti i baci dalle mie nonne!!!

Grazie per essere stati con me in tutto questo viaggio, vi auguro di cuore di poter fare sempre come me esperienza della benevolenza del Signore nella vostra vita quotidiana…

… A presto!!!!

In Cristo vi benedico!

sr dany

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Foto dalla Tanzania – suor Daniela Alborghetti

In esclusiva per il Centro Missionario Diocesano di Fano-Fossombrone-Cagli-Pergola alcune foto di Ifunde!

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Qui non esiste un canto che non sia ballabile – suor Daniela Alborghetti

Suor Daniela, da Ifunde, in Tanzania, ci scrive la sua ultima lettera direttamente dalla terra di missione.

Carissimi, il Signore vi dia Pace!

Eccoci arrivati al nostro ultimo appuntamento dalla Tanzania: la prossima volta che vi scriverò sarà da Mondavio per dirvi come sono andati l’ultima settimana e il rientro!!!!!

La scorsa settimana si è svolta la settimana di formazione per le ragazze qui a Ifunde: erano 24 provenienti da diverse zone e ho avuto il piacere di stare un po’ di tempo con loro…nonostante la difficoltà di comunicazione ci ha salvato l’inglese!!!

Durante la settimana hanno avuto diversi momenti formativi, tenuti da sr Cinzia e sr Alessandra, hanno pregato con noi, hanno cantato (…un sacco!!!…E molto bene!!!! Abbiamo avuto delle Messe bellissime, con tanto di accompagnamento con le percussioni); il giovedì è stato dedicato al lavoro e alla preghiera: la mattina hanno pulito le karanga (arachidi) insieme a sr Alessandra fino alle 11.30 poi alla grotta hanno cantato la corona della Misericordia… in questi giorni anche i nostri pazienti hanno potuto godere dell’accompagnamento musicale!

Nel pomeriggio insieme a sr Cinzia e Mary Happiness gli abbiamo insegnato a fare i rosari con le perline: contro ogni previsione hanno imparato subito e sono state velocissime nel realizzare il loro primo rosario…ovviamente le perline il primo giorno sono finite ovunque e il lavoro più lungo è stato raccoglierle da terra, ma il venerdì pomeriggio, quando ci siamo rimesse a produrre rosari, devo dire che era tutto molto più ordinato e c’è stata chi è riuscita a farne addirittura tre!

tanzaniaDopo i rosari ho potuto assistere ad una partita di net: una specie di gioco che combina il basket e la pallamano (non è che ho capito molto quali siano le regole se non una: ci si può muovere solo se non si ha in mano la palla, altrimenti c’è un determinato numero di movimenti consentito!); le ragazze si sono veramente scatenate e a volte pareva quasi che stessero per arrivare alle mani, tanto erano prese dal gioco, ma forse è stata solo una mia impressione, visto che di quello che si dicevano non capivo praticamente nulla!!! Ad ogni modo ha vinto per 6 net a 1 le ragazze di Bulungwa: non c’è stata storia!!!

Venerdì sera le ragazze hanno preparato uno spettacolo conclusivo: dopo alcuni canti e balli (qui non esiste un canto che non sia ballabile: tutto il corpo canta!), uno dei quali composto da loro appositamente per l’occasione, hanno messo in scena una rappresentazione preparata per l’occasione nel pomeriggio…sr Alessandra ogni tanto mi aiutava con la traduzione delle battute più divertenti, ma solo a vedere e sentire quanto ridevano le ragazze mi sono divertita anch’io un mondo!!!

L’altro evento “interessante” la scorsa settimana è il fatto che martedì sera mi sono ritrovata piena di puntini rossi su tutto il busto, puntini che il giorno dopo si erano estesi a tutto il corpo salvo la faccia…Subito ho pensato al morbillo, ma dato che non avevamo avuto nessun caso in ambulatorio e che il dottore, sr Cinzia, l’aveva escluso, abbiamo optato per una diagnosi più semplice: reazione allergica!!!! Per Grazia di Dio, non mi è venuta né la febbre né nessun tipo di prurito e andando per esclusione abbiamo concluso che era allergia allo shampoo che avevo cambiato da 1 giorno…nel frattempo viva il cortisone!!!! Comunque nel giro di 4 giorni i puntini come sono venuti se ne sono anche andati e per il futuro niente prodotti alla lavanda!!!

Domenica abbiamo celebrato in parrocchia le prime comunioni e il Corpus Domini: è stata una giornata veramente bella, anche se quando siamo rientrate ero un po’ sfasata visto che c’è stato per tutta la processione di 2 ore e mezza un vento fortissimo!

I bambini che hanno fatto la prima comunione erano 94, la Messa l’abbiamo celebrata nel cortile di una scuola che si trova più o meno a mezz’ora di cammino dalla Parrocchia, e quindi da casa nostra, visto che abitiamo a 100 m dalla chiesa; mi ha fatto piacere fare anche questa esperienza: in fondo la maggior parte delle persone per venire a Messa qui deve percorrere anche distanza più lunghe di questa! Man mano per strada raccoglievamo i bambini e così quando siamo arrivate nelle vicinanze della scuola di Mpunze sembrava di essere alla scampagnata del primo maggio!!!

Dopo aver allestito con i banchi delle classi i posti per l’assemblea, abbiamo iniziato la Messa in un`atmosfera molto piacevole e rustica: il vento che muoveva continuamente le lenzuola ricamate e i centri che erano stati messi come addobbi intorno al tavolo che fungeva da altare sembrava partecipare anch’esso alla celebrazione.

Al termine della Messa, relativamente breve: è durata solo 2 ore, dopo una piccola sosta necessaria per rimettere tutti banchi nelle aule (e potete immaginare il clima “raccolto” che si è creato con i bambini che strillavano e correvano dappertutto!!!), è partita la processione Eucaristica. Davanti stavano due chierichetti con la Croce, poi tutte le donne, poi gli uomini, i giovani, i bambini e i bambini che avevano portato i fiori da spargere davanti al Santissimo…

…In teoria doveva essere organizzata in fila per due ma immaginatevi più di 300 persone, non certo abituate a tenere un ordine, quanto sono riuscite a mantenere l’assetto: invano i catechisti percorrevano continuamente in su e in giù la fila per cercare di dare forma all’agglomerato di persone che si trovavano davanti!

Dietro i bambini veniva il baldacchino con il Santissimo, portato dal parroco: appena davanti stavano due chierichetti che ogni 200 m incensavano l’Ostia e subito dietro altri due che per tutta la processione hanno suonato campanello per segnalare il passaggio di Gesù…ammirevole l’intenzione, se non fosse che subito dietro di loro dovevano mettersi le suore, dietro alle quali chiudeva la processione il coro: ho continuato a sentire il suono del campanello per almeno un paio d’ore dopo la fine della processione!!!!

Scherzi a parte, nonostante il mio poco amore per queste forme di devozione, ho potuto partecipare con intensità a questo momento che si è rivelato molto arricchente: in particolare mi ha fatto sorridere il fatto che ogni gruppo cantava una sua canzone, ma per poter dimostrare più fervore cercava di farlo il più forte possibile, quindi Gesù si è trovato incuneato tra il coro, che cercava di coprire con la superiorità vocale e la bamba dei bambini che non avevano nessuna intenzione di farsi superare e avevano dalla loro la superiorità numerica!

A proposito del lancio dei fiori, il sabato pomeriggio i bambini hanno girato per Ifunde a raccogliere i fiori per la processione e ne hanno fatto le spese anche le bouganville che abbiamo davanti casa…come siano arrivati interi alla domenica poi i fiori raccolti fa parte del mistero della Solennità visto che i bambini che hanno raccolto i fiori da noi dopo aver riempito i loro sacchetti hanno pensato bene di chiuderli e iniziare a giocarci a calcio!!!! Anche durante la processione sono stati davvero folcloristici: se i primi lanci, abilmente pilotati dalle Wawata erano delicati e rivolti verso l’ostensorio, verso la fine era diventata quasi una guerra dei fiori, visto che i più giocavano a lanciarseli addosso!

Durante il tragitto abbiamo fatto due soste: in entrambe i posti era stato preparato un baldacchino decorato per accogliere il Santissimo e dopo averlo deposto sui piccoli altari attrezzati per l’occasione, dopo un breve momento di adorazione il parroco pregava le litanie e quindi concludeva con delle preghiere a cui ciascuno poteva aggiungere un’intenzione particolare; quindi, dopo i dovuti canti eucaristici, benedizione con il Santissimo e poi si ripartiva.

Il tutto si è concluso nella chiesa parrocchiale dove c’è stato un ulteriore momento di adorazione e preghiera e la terza benedizione…Abbiamo ricevuto in abbondanza!!!!

Eccoci dunque all’ultimo saluto dall’Africa, terra che rimane nel cuore, vi abbraccio tutti con affetto e continuo a ricordarvi ogni giorno al Signore nella preghiera!

…A presto!!!!

In Cristo vi benedico!

sr dany

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L’importantissimo impegno delle Wawata, le mamme cattoliche – suor Daniela Alborghetti

Giungiamo alla sedicesima “Lettera dalla missione”. Ce la scrive suor Daniela dalla Tanzania, Ifunde per la precisione.

Carissimi, il Signore vi dia Pace!

Dopo un`altra settimana ho la gioia di condividere con voi un altro pezzetto della mia esperienza…

Gli ultimi giorni sono stati pieni di eventi e di persone: a questo ha contribuito anche il mio primo (ed ultimo, grazie a Dio!!!!) turno di cucina…

…Può sembrare sciocco, ma dover fare le cose che uno conosce da tempo in modo diverso ti cambia un po’ la prospettiva! Qui non ci sono tutti gli ingredienti per cucinare che solitamente si trovano in Italia e anche l’attrezzatura cambia un po’; nonostante tutto sono riuscita a non avvelenare la comunità e a cimentarmi anche con piatti locali! A proposito, qui c’è un sistema velocissimo e molto semplice di fare la polenta, cibo peraltro molto diffuso, e sono stata davvero felice di impararlo!!! …Quello che credo sia stato più apprezzato è lo sfornamento di crostatine alla nutella e biscotti di pasta frolla che mi ha vista impegnata il sabato mattina!

L’incontro con i ragazzi è andato bene: erano in 37, 25 maschi e 12 femmine, provenienti da varie zone della Diocesi; hanno seguito gli incontri tenuti da sr Alessandra e sr Cinzia, hanno rielaborato quanto ascoltavano in piccoli gruppi per poi condividere le sintesi di ogni gruppo tutti insieme e soprattutto hanno mangiato come dei lupi: a qualsiasi ora e qualsiasi cosa!!! (tanto che dopo tre giorni si presentavano tutti con una bella pancetta arrotondata!) Gli alberi di mapera, un frutto che non si trova in Italia ma che qui è molto diffuso, sono stati il loro luogo preferito: in alcuni momenti abbiamo dovuto persino iniziare a sequestrarle!!! (Anche perchè se se ne mangia troppe danno non poche complicazioni intestinali…poi la sera venivano a piangere per il mal di pancia!!!)

Durante 2 sere abbiamo visto il film su san Pietro della RAI in lingua inglese, che loro, essendo studenti delle superiori, dovrebbero conoscere bene: visto che l’inglese non era troppo complicato sono riuscita a seguirlo bene anche io e devo dire che, nonostante sia stata divorata delle zanzare, mi è piaciuto molto…

…Presenta la figura di Pietro in modo molto “umano”, senza nasconderne le fragilità e le contraddizioni e mi è piaciuto moltissimo il momento in cui dopo la risurrezione Pietro sente tutto il peso del suo rinnegamento e a Gesù che gli chiede nuovamente di guidare la sua Chiesa risponde: “Signore, ma io sono caduto!” e Gesù a lui: “Proprio per questo ti scelsi allora e torno a sceglierti oggi!”. So che non è una citazione letterale del Vangelo, ma io credo che sia abbastanza realistica come situazione; sicuramente a me dà molta fiducia per il mio cammino: l’esperienza del mio limite e del fallimento non mi allontana da Gesù, ma lo avvicina perché la Sua forza possa sostenermi maggiormente nella sequela, inoltre fare esperienza della caduta ammorbidisce il nostro cuore davanti alle cadute dei fratelli…Chi sono io per giudicare?

In ambulatorio c’è stato il solito afflusso quotidiano, anche se negli ultimi giorni siamo molto più veloci con il lavoro: complice il clima (non essendoci più piogge stanno diminuendo anche le zanzare) i casi di malaria si sono notevolmente ridotti e questo comporta uno scorrere più fluido dei pazienti visto che non è necessario fare quasi a tutti il test sul sangue. In compenso sono aumentati in modo proporzionalmente inverso le febbri da raffreddamento (bronchiti, polmoniti, placche, laringiti, etc), perché ora l’escursione termica tra giorno e notte è decisamente avvertibile e, visto che la maggior parte di loro dorme in capanne non termicamente isolate e quasi nessuno in casa ha le coperte, non e’ certo difficile prendere freddo di notte…

…Stanno infatti arrivando sempre più bimbi con il naso smoccioloso e la tosse forte che rimangono in ogni caso bellissimi!!!!

Questo afflusso sempre costante di malati è sicuramente un progresso molto importante: qui le persone si rivolgono quasi sempre alla “medicina naturale”, ovvero agli stregoni, che solitamente si limitano a fare delle incisioni sulla parte malata per permettere allo spirito maligno di lasciare la persona e farle così ritrovare la salute. Ovviamente questo è molto deleterio, soprattutto nel caso dei bambini, però sempre più persone si stanno rendendo conto che le medicine delle suore funzionano meglio e di più, e questo anche grazie all’impegno di un gruppo di mamme, le WAWATA, ovvero le mamme cattoliche (WAmama WAkatoliki TAnzania), presenti anche nella nostra parrocchia e di cui si occupa sr Franzisca, che si stanno impegnando per migliorare le condizioni di vita delle loro famiglie grazie a dei piccoli progetti di collaborazione economica (mettono insieme dei soldi per comprare i semi e gli attrezzi necessari per coltivare di più e meglio e si organizzano per la preparazione e la vendita del cibo) per poter soprattutto garantire ai loro figli l’istruzione e l’assistenza sanitaria, visto che i padri sono spesso assenti su questo versante. Nel loro impegno promuovono anche nuovi stili di vita come la pratica del family planning e il ricorso ai medici in caso di malattia insegnando anche alle altre donne a liberarsi dalla schiavitù della stregoneria; in effetti anche grazie al loro supporto qui in Ifunde la mortalità infantile si sta via via riducendo!

Un altro problema a livello sanitario è legato alla presenza delle Duka la Dawa (negozio delle medicine): solo qui ad Ifunde ci sono tre farmacie, oltre al nostro dispensario, e, come potrete ben immaginare, non serve essere farmacisti per aprirne una né la ricetta medica per comprare un farmaco… questo porta ad un abuso impressionante dei farmaci (pensate che qui la confezione di paracetamolo e degli antibiotici è di 1000 compresse!!!), soprattutto gli antimalarici: se un bambino inizia a vomitare o ha mal di testa, i genitori solitamente iniziano a dargli l’antimalarico; questo crea una resistenza notevole ai farmaci e quindi diventa molto difficile riuscire a curare la malaria che qui è molto diffusa. Inoltre se un bambino o un adulto ha iniziato la terapia antimalarica la deve terminare anche se non ha la malaria e in ogni cosa non è possibile fargli il test!

Anche il dover recarsi in ospedale non è poi così semplice: esistono i reparti ed alcuni funzionano anche abbastanza, ma se ci si deve recare in pronto soccorso bisogno portarsi almeno 100.000 shilling perché si deve pagare tutto, dal farmaco alla siringa utilizzata per somministrarlo, alle garze, i cerotti e qualsiasi altra cosa; se poi è necessario il ricovero bisogna avere una persona che rimanga con il malato tutto il tempo (che lo assista, cucini per lui e se ne prenda cura in ogni esigenza fisiologica) e bisogna pure portarsi le lenzuola da casa. Non è poi detto che tutta l’apparecchiatura clinica sia sempre efficiente, ma questo succede anche in Italia, e soprattutto bisogna pregare di non aver bisogno di trasfusioni a meno che qualcuno con il sangue compatibile sia a disposizione per la donazione: quello del sangue qui in Tanzania è un problema molto grave, considerando che vista la diffusione dell’aids e delle malattie sessualmente trasmesse si riduce molto il numero dei potenziali donatori…pensate che ogni anno muoiono solo per il parto più di 5000 donne per la mancanza di sangue!

Dopo questo ulteriore “assaggio” d’Africa, vi abbraccio tutti con affetto e vi ricordo ogni giorno al Signore nella preghiera!

In Cristo vi benedico!

sr dany

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Sto imparando a valutare in modo diverso le risorse – suor Daniela Alborghetti

Quindicesimo appuntamento della nuova rubrica del CMD; ancora una lettera da suor Daniela Alborghetti che ci scrive da Ifunde, in Tanzania.

Carissimi, il Signore vi dia Pace!

Visto che finora sembra funzioni, eccomi a voi per il nostro ormai abituale appuntamento di condivisione settimanale…

La scorsa settimana abbiamo vissuto un’evento davvero incredibile: ha piovuto per ben 2 giorni!!! In realtà il primo giorno ha piovuto quasi per un’ora e già tutti erano abbastanza sorpresi dall’evento: l’ultimo giorno di pioggia qui è stato a Pasqua e, secondo le stagioni, fino a dicembre non avrebbe più dovuto piovere; in realtà la situazione non era poi delle più rosee perché già da due anni la stagione delle piogge finisce troppo presto e nella savana si stava già seccando tutto. Pensate quindi a quale benedizione sia per la terra riarsa ricevere per 2 giorni consecutivi l’acqua dal cielo!

In effetti da quando sono qui sto imparando a valutare in modo diverso le risorse che abitualmente sono a nostra disposizione: l’acqua, grazie a Dio e al sistema di raccolta sapientemente costruito, in casa a noi non manca, ma questo non significa che ci si possa permettere il lusso di sprecarla; dalla mia prima visita ora c’è anche l’acqua calda sempre disponibile, grazie ad un sistema di caldaie alimentate a energia solare, così per fare la doccia, lavare i piatti o fare il bucato non è più necessario mettere i pentoloni d’acqua sulla stufa, ma è sufficiente andare con il secchio in giardino al serbatoio, sempre che ci si sia ricordati di accendere la pompa e riempirlo tramite l’acqua del pozzo!!!!

Per l’elettricità abbiamo 2 pannelli solari, ma le attività che richiedono molta corrente, come stirare o utilizzare i forni, vanno fatte nelle ore in cui il sole è più forte in modo da non scaricare del tutto le batterie; altrimenti si rischia quello che è successo al nostro parroco un paio di volte negli ultimi giorni: dopo 5 minuti che eravamo in chiesa per le preghiere del mattino si è spento tutto e così abbiamo dovuto continuare al buio (alle 6.20 il sole non è ancora sorto!) e celebrare la Messa a lume di candela… in realtà, a parte il fatto che non riuscivo più per metà della Messa a leggere le risposte in Kiswahili, l’ho trovato pure romantico!!!!

Nella mia ultima mail vi ho parlato delle jimuia, le comunità di base che costituiscono la nostra parrocchia, che sono circa una decina, nelle mie attività pomeridiane il mercoledì è dedicato alla visita di una comunità (si va a rotazioni in ognuna). Insieme a sr Fransiska e a Edda, la nostra novizia, verso le 16.30 partiamo per raggiungere zone più o meno vicine del villaggio; in teoria al nostro arrivo dovremmo trovare la comunità già radunata, ma in pratica inizia il tour delle case per chiamare le mamme o gli adulti che partecipano all’incontro: per i bambini non c’è bisogno, appena ci vedono partecipano più che volentieri alla nostra “caccia al cristiano”! In questo modo ho avuto l’occasione di visitare diverse case e di fare esperienza della naturale ospitalità della gente africana: qualsiasi cosa stanno facendo smettono e subito portano la sedia per l’ospite e ti invitano a fermarti nella loro casa!!!

Dopo aver raccolto il gruppo, nel cortile tra due case o sotto un albero a seconda dei posti, si stende a terra un telo cerato su cui si sale dopo aver tolto sandali o ciabatte e ci si siede per terra; solitamente per la “suora italiana” e le persone anziane vengono portati sgabelli e sedie, ma da una settimana a questa parte sono riuscita a dimostrare che posso sedermi a terra come tutti gli altri, visto che l’età e le condizioni fisiche ancora me lo permettono… Per fortuna sono arrivati più anziani di quelli che si aspettavano e così ho potuto cedere il mio sgabello senza offendere nessuno: dalla prossima volta sono sicura che non sarà più un problema se mi siedo con i bambini e le donne per terra perché qui hanno un sistema efficientissimo per passarsi parola sulle cose!!!

Dopo che ognuno ha preso posto si inizia con un canto per invocare lo Spirito Santo seguito da un momento di preghiera più o meno lungo, solitamente il rosario; poi si legge, circa 5/6 volte il Vangelo della domenica precedente e quindi si fa condivisione sulla Parola. Non è facile che le persone inizino a parlare, ma, se qualche mamma, o nonna, rompe il ghiaccio, poi escono anche dei bei commenti!

Sabato e domenica insieme a sr Alessandra e sr Cinzia sono stata in due parrocchie della Diocesi, distanti un paio d`ore di macchina, dove sr Cinzia doveva tenere un incontro per la promozione della Vita in cui spiegava le tecniche abortive in modo da sensibilizzare soprattutto le ragazze su questo tema. Purtroppo, dato lo stile di vita culturalmente diffuso ed accettato, le gravidanze di ragazze anche piccole qui sono un vero problema insieme a tutte le malattie sessualmente trasmesse (pensate che all’inizio di ogni villaggio c’è un grande cartello con scritto: benvenuti a … fai attenzione all’aids e alle malattie del sesso! … cambia un po’ la formulazione ma il messaggio è sempre quello). La scorsa settimana in ambulatorio ho imparato a fare il test sul sangue per la sifilide e dato la scarsità dei mezzi del nostro laboratorio mi sono trovata assunta come rotore manuale: praticamente dopo aver versato un goccia di soluzione contenente l’antigene sulla goccia di sangue e averli mescolati è necessario far ruotare il vetrino per 8 minuti per poter avere il risultato… io sono diventata all’occasione la macchina che fa ruotare il vetrino!!! A parte questo aspetto curioso, purtroppo tutti gli esami che ho fatto hanno dato esito positivo, e questo mi ha rallegrato molto meno della possibilità di imparare qualcosa di nuovo, e soprattutto l’età media dei miei pazienti era molto bassa e tra di essi c’era pure una giovane mamma all’ottavo mese di gravidanza…

…Queste malattie (Hiv, sifilide, gonorrea, epatite) sono una vera piaga qui e purtroppo non è per niente facile fare attività preventiva perché difficilmente si riesce ad incidere sullo stile di vita, ma sicuramente le suore qui si stanno dando molto da fare in merito.

Grazie a questi incontri, domenica mattina ho potuto persino confessarmi da p. Salvatore, un fidei donum siciliano che da 17 anni vive qui in Tanzania: è stato veramente un grande dono poter festeggiare in questo modo la Pentecoste!!! (…Grazie Gesù!!!!)

Da giovedì aspettiamo i giovani per un incontro che durerà fino a domenica: non sappiamo ancora quanti saranno (potrebbero andare da una decina a 70/80!) perché le conferme che hanno dato, mi hanno detto le suore che non sono mai molto attendibili…

…Vi farò sapere!

Ovviamente vi porto con me ricordandovi ogni giorni con affetto nella preghiera, grata della vostra vicinanza nel Signore!

Abbraccio ciascuno e in Cristo vi benedico!

sr dany

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