L’ultima settimana ad Ifunde di suor Daniela raccontata nella sua lettera, la diciottesima della nostra rubrica “Lettere dalla missione”.
Carissimi, il Signore vi dia Pace!
Come promesso vi mando l’ultimo allegato (per stavolta!!!!) sulla mia esperienza in Africa; il rientro è andato bene, anche se la nostalgia un po’ si sente… mi mancano un po’ i colori di Ifunde e soprattutto il “nero”!!!
Nella mia ultima settimana di permanenza, il Signore ha voluto regalarmi un ritmo un po’ più tranquillo (anche perché Lui sapeva bene che al mio rientro non mi aspettavano proprio le ferie!!!), in ambulatorio non abbiamo più avuto casi urgenti e anche i pazienti erano diminuiti: sono un giorno abbiamo esaurito tutti i numeri, comunque i pupetti non ci sono mancati, complice la tosse e un po’ d’influenza!
Mercoledì mattina sr Alessandra è partita per l’Italia, visto che poi doveva partecipare all’incontro delle responsabili della formazione e della pastorale giovanile ai Caraibi, e con lei sono partire anche Mary Happiness, la nostra aspirante, Concessa e Felicitas che dopo la settimana delle ragazze si erano fermate ancora qualche giorno con noi. La sera prima di partire ci hanno preparato un piccolo “spettacolo” con danze, canti e l’immancabile scenetta, quasi tutto preparato per l’occasione. Durante la cena sr Alessandra ha chiesto loro se erano contente di tornare a casa e Concessa ha dato una risposta che mi ha spiazzato: ha detto che sì, le faceva piacere tornare in famiglia, ma le dispiaceva soprattutto perché a casa lei non ha la possibilità di accedere ai sacramenti mentre da noi poteva andare a Messa e fare l’adorazione tutti i giorni! Lei abita in un villaggio distante da Bukoba e da loro la Messa domenicale c’è quando va bene ogni 15 gg altrimenti una volta al mese…
…Ho pensato a quante volte partecipo assonnata alla Messa in comunità o quanto spesso la domenica mi sembra che la Messa non finisca più: certo che troppe volte noi non ci rendiamo conto del Tesoro che abbiamo a disposizione! Abbiamo i sacerdoti nelle nostre parrocchie, la possibilità di partecipare alla Messa tutti i giorni, di confessarci quando ne sentiamo il bisogno, di confrontarci sulle nostre vite e sul nostro cammino e diamo tutto per scontato; in Africa, come in molte altre zone di “missione” i cristiani se sono fortunati hanno a disposizione un catechista che spezza la Parola per loro e li accompagna nella vita di fede e spesso per poter ricevere i sacramenti devono attendere tempi lunghi o spostarsi di molti km!!!
Sempre mercoledì ho fatto il mio ultimo incontro nella jimunia che si trova in centro ad Ifunde, non eravamo moltissimi, anche perché la casa dove ci siamo ritrovati si trova di lato al campo da calcio dove si stava giocando la Ifunde Cups…Devo dire che mi ha fatto un po’ impressione vedere il campo di erba secca, con a mala pena le porte, ma i giocatori perfettamente equipaggiati per la partita!!!
Dopo l’incontro abbiamo fatto un giro un po’ più lungo per rientrare così ho potuto fare il pieno di fotografie di bambini: è impressionante come gli piaccia essere fotografati, anche se non capiscono che quando si fanno le fotografie si deve rimanere fermi e possibilmente sorridere… si mettono tutti serissimi e per farli ridere bisogna sempre chiederglielo! Ma il divertimento maggiore ce l’hanno quando fai loro rivedere nello schermo della macchina le fotografie: sembra che impazziscano dalle risate!
Sabato abbiamo avuto il giorno di ritiro: è stato un dono grande, perché davanti al Signore ho potuto un po’ rileggere la mia esperienza e rendere grazie per tutto quello che ho ricevuto; nel pomeriggio ho fatto la mia seconda e ultima passeggiata nella savana: ho dovuto trovare un metodo per ritrovare la strada, visto che i sentieri tra i campi e le palme si assomigliano tutti…Il vecchio metodo di seguire le impronte è sempre molto efficace, ho solo avuto un attimo di esitazione ad un bivio visto che dopo di me era passato un pastore con le sue mucche che avevano completamente distrutto le orme dei miei sandali!
Sempre sabato pomeriggio ho avuto la possibilità di confessarmi da padre Babu…peccato che le due lingue a disposizione erano il Kiswahili, scartato a priori, e l’inglese: praticamente le due sere precedenti le ho passate a fare l’esame di coscienza con il dizionario d’inglese in mano! Poi ho deciso che per evitare vuoti di memoria dell’ultimo momento era meglio scriversi tutto il testo della confessione e così sono arrivata all’appuntamento con il parroco con le mie brave due facciate (da “Bless me, Father, because I’ve sinned” all’atto di dolore!!!); penso di averlo fatto divertire per questa cosa, ma come è tipico degli africani, è stato molto “polite” dicendomi che è normale avere il foglio scritto… Comunque alla fine mi ha dato l’assoluzione e credo che questo valga anche se lui non ha capito qualcosa dei miei peccati o io delle sue indicazioni!!!
Domenica mattina, durante la Messa sono stata chiamata del parroco per i saluti ufficiali (durante la confessione mi aveva detto di non preoccuparmi per la lingua che in un altro mese sarei riuscita a capirla molto di più e così io gli ho dovuto dire che ormai ero in partenza!): praticamente avevo un groppo in gola e sono riuscita solo a dire due parole di ringraziamento che poi sr Cinzia ha tradotto per me…avevo le lacrime agli occhi per la commozione!!!
Nel pomeriggio, dopo l’adorazione in parrocchia, ho finito di preparare i miei bagagli e a cena abbiamo festeggiato insieme a sr Cinzia, sr Francisca e Edda, dopo cena lo spettacolo di saluto in cui Edda e sr Cinzia mi hanno dedicato un canto composto da Edda per l’occasione in cui ha riassunto in modo molto grazioso la mia esperienza in Ifunde…Ovviamente l’ho capito quando Cinzia me l’ha tradotto!
Il lunedì mattina sr Cinzia ha accompagnato me e sr Francisca a Kahama dove abbiamo preso l’autobus per Mwanza: ho capito perché le suore si confessano prima dei viaggi sui mezzi pubblici!!! Nonostante il viaggio non sia stato troppo scomodo, anzi, decisamente più confortevole che viaggiare in macchina!, gli autisti vanno ad una velocità incredibile: pensate che abbiamo coperto in 4 ore, comprensive di pause, una distanza che solitamente si copre in 6 ore!!!
Arrivate a Mwanza in taxi, i miei bagagli non sarebbero mai entrati in un dala dala (i pulmini che scorrazzano per le città), siamo andate al centro pastorale St Dominic, dove siamo rimaste a dormire la sera; in pomeriggio abbiamo girato un po’ per la città: un po’ di commissioni e l’ultimo shopping, prima che si facesse buio siamo arrivate fino al lago a fare le ultime fotografie e poi nanna, visto che la mattina dopo alle 6.30 c’era la Messa.
Dopo la Messa abbiamo fatto colazione, pregato le lodi e raccolto i bagagli, dopo siamo partite alla volta dell’aeroporto, dove ci ha accompagnato l’autista di sr Beate, cugina di sr Francisca che vive a Mwanza. Lì ho salutato la mia consorella, che ripartiva per tornare ad Ifunde e mi sono messe ad aspettare il momento di fare il check in; dopo una mezz’ora era in partenza un volo per Dar el Salam, dove anch’io avrei dovuto recarmi, e il personale dell’aeroporto mi ha chiesto se volevo partire con il volo prima, visto che c’erano posti disponibili…a Mwanza è tutto molto più familiare e l’organizzazione molto elastica!!!
Cos’ con due ore di anticipo ho iniziato il mio viaggio di ritorno, ho fatto scalo a Dar el Salam, dove sono riuscita a spacciarmi per una conoscitrice della lingua: ho intrattenuto per una mezz’ora un pupotto bellissimo, Baraka, che aspettava insieme alla mamma, al papà e alla sorellina la coincidenza del volo, grazie alla frasi imparate in ambulatorio e una ragazza musulmana del posto mi ha addirittura chiesto dove avevo studiato il Kiswahili! Da Dar sono andata a Doha: 40 gradi a mezzanotte meno un quarto e un tasso di umidità, credo, del 90%; per fortuna che il tempo del cambio è stato breve e che nell’aeroporto c’era l’aria condizionata. Alle 7 del mattino dopo sono atterrata a Fiumicino, dove mi aspettava sr Letizia per portarmi alle Capannelle; una volta lì ho fatto il giro dei saluti alle suore, poi doccia e riposo… peccato che mi ero dimenticata di spostare l’ora sul cellulare e così dopo nemmeno un’ora è suonata la sveglia per il pranzo; dopo pranzo insieme a sr Tatiana e sr Candida sono partita alla volta di Mondavio dove siamo arrivate verso le 18 e dove ho trovato tutta la mia comunità e le mie vecchiette contentissime del mio rientro…
…Così sono passata dallo sbaciucchiarmi i pupi africani a ricevere tutti i baci dalle mie nonne!!!
Grazie per essere stati con me in tutto questo viaggio, vi auguro di cuore di poter fare sempre come me esperienza della benevolenza del Signore nella vostra vita quotidiana…
… A presto!!!!
In Cristo vi benedico!
sr dany