Paolo
Maria Tonucci nacque a Fano il 4 maggio 1939, da Bruno e Amelia
Muratori. Fu il loro primo figlio, seguito poi da Francesco,
Giovanni e Marco.
Durante la guerra, al passaggio del fronte, quando la città
venne abbandonata, la famiglia sfollò a San Liberio, mentre
Bruno restava a lavorare come infermiere nel Seminario
Regionale. Quando poi tutti rientrarono in città, negli ultimi
mesi della guerra, Paolo, pur avendo solo cinque anni di età,
insieme con altri bambini, frequentò privatamente la prima
elementare, sotto la guida della maestra Elvira Ascani. Con la
pace, la situazione si normalizzò, le scuole furono riaperte, ed
egli entrò direttamente in seconda, guadagnando un anno di
scuola.
Terminata la prima media, entrò nel Seminario Diocesano di Fano,
forzando per questo la volontà dei genitori, che avrebbero
preferito che aspettasse ancora qualche anno. Dal Minore passò
al Seminario Regionale, dove frequentò il Liceo, la Filosofia e
la Teologia. Terminati gli studi fu ordinato sacerdote il 29
giugno 1962, da mons. Costanzo Micci, allora vescovo di Larino.
Per tre anni fu vice parroco delle parrocchia della Cattedrale,
collaborando con don Stefano Mariotti. Seguì i settori giovanili
dell’Azione Cattolica, animò spiritualmente gruppi sportivi e
stabilì con molte persone un’amicizia profonda che continuò fino
alla sua morte.
Nel desiderio di servire i più bisognosi, ottenne dal vescovo
mons. Vincenzo del Signore, il permesso di partire come
missionario per l’America Latina. Fu destinato al Brasile e,
dopo un periodo di preparazione, partì dall’Italia il 19 ottobre
1965. Dopo un periodo di inserimento e di studio della lingua
portoghese, fu destinato alla parrocchia di Nossa Senhora de
Guadalupe, nella città di São Salvador de Bahia. Ci lavorò per
quindici anni, insieme a don Renzo Rossi, con il quale era
arrivato in Brasile, e poi con don Sergio Merlini e con altri
sacerdoti, per lo più provenienti dall’arcidiocesi di Firenze.
Nella distribuzione delle responsabilità, Paolo si dedicò
soprattutto al quartiere di Fazenda Grande, dove stabilì la
propria residenza, in una stanza dietro la cappella. A Fazenda
Grande fu raggiunto da Delia Boninsegna di Bolzano, che lo
accompagnò per tutta la sua esperienza brasiliana a Camaçari e
lo assistette a Fano fino alla morte.
A Fazenda Grande istituì la scuola professionale “Primero de
mayo”, per la formazione di giovani tecnici e l’alfabetizzazione
degli adulti. Fu fra i fondatori e quindi il responsabile della
Commissione Arcidiocesana “Giustizia e Pace”, per lo studio
delle situazioni di ingiustizia e la difesa dei diritti umani.
Nel
1981 lasciò la città di Salvador, si trasferì a quaranta
chilometri di distanza nella cittadina di Camaçari, divenendone
parroco. La città, in passato luogo di villeggiatura, era
diventata un centro industriale per la creazione nella zona di
un enorme complesso di trasformazione di prodotti petroliferi.
Attirando immigranti dalle zone del Nord-Est del Brasile, che vi
confluivano in cerca di lavoro, era cresciuta a dismisura e d
era passata in breve dagli originali quindici mila abitanti a
oltre centomila.
Due
volte Paolo chiese la cittadinanza brasiliana, prima durante la
dittatura militare e poi in tempo di democrazia. Ambedue le
volte gli fu negata “per indegnità”, in quanto negli archivi
della polizia erano ricordati i suoi interventi in difesa dei
senzatetto, proditoriamente sloggiati dalle loro baracche
proprio dalle forze dell’ordine.
Il 19
ottobre 1992 il Comune di Fano gli assegnò il premio “Fortuna
d’oro”, con la seguente motivazione: “Al missionario Paolo Maria
Tonucci, per la sua attività umanitaria e spirituale a favore
delle popolazioni povere del lontano Brasile e per aver saputo
coraggiosamente lottare contro gli ostacoli e le incomprensioni
di una dittatura militare. Lontano dalla sua terra natale ha
saputo conservare il vivo ricordo e gli affetti familiari dei
tanti suoi amici e coetanei e della propria amata città”.
Nel
mese di agosto 1993 gli fu diagnosticato un tumore al cervello.
Tornato in Italia fu sottoposto alle terapie necessarie presso
l’Ospedale civile di Fano dove fu assistito in particolare dai
suoi amici dottori Giulio Gradoni, Stefano Lombardini e Roberto
Ansuini. Tornò in Brasile nella primavera del 1994 e vi restò
fin dopo Pasqua. Dovette rientrare urgentemente in Italia, per
il rapido sviluppo di un secondo tumore.
Morì alle ore 7 e 55 di domenica 9 ottobre 1994.
Fu sepolto a Fano l’11 ottobre seguente. |